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AUTOGRAFI DI PITTORI E MUSICISTI

PAOLO CALIARI, DETTO IL VERONESE

ASPd, Miscellanea, Autografi, b.2, fasc.4 (già S.Giustina, b.493, H 150, “Fabbrica 4”)

L’AUTOGRAFO DEL VERONESE E L’ENIGMA DELLA PALA SCONOCIUTA

Ricevuta di mano di «Paulo Caliar da Verona pitore» dell’importo di ducati 150, versati dal «reverendo Padre Celerario di Santa Giustina» dietro l’impegno dell’artista «a far, per il resto che mi avanza dello acordo fatto per detta sua palla, una ancona nela chiesa de Conca d’albaro dello altar magiore et darlila fatta per Pasqua prossima ventura», 27 ottobre 1575. Il documento è citato nella bibliografia veronesiana come riferimento temporale per la datazione della pala d’altare raffigurante il martirio di S. Giustina, nella basilica padovana. Non è chiaro, tuttavia, se l’accordo «fatto per detta sua palla» riferisca a questo dipinto o ad altro esistente assieme all’ancona nella chiesa di Concadalbero (presso Correzzola, PD), più tardi perduto: nel 1719 si trovava sull’altar maggiore in quella chiesa una «palla copia di Paulo Veronese» (si veda in proposito la nota al verso del documento, seconda fotografia). Un’ altra ipotesi, ricollega la pala citata nel documento all’Assunta, sulla porta della sagrestia di S. Giustina ai tempi del Ridolfi (prima metà del Seicento), e ora a Praglia.

T. Pignatti, Veronese, Venezia 1976, p. 256, doc. 43; M. Di Monte, Problemi di “iconologia”. Specialmente veronesiani, «Venezia Cinquecento», n. 29/XV (2005), p. 38, nota 6.


ANDREA MANTEGNA

ASPd, Miscellanea, b.2, c.12 (già nel fondo S.Giustina)

CONTRATTO PER IL POLITTICO DI SAN LUCA

Contratto e relative quietanze di pagamento di Andrea Mantegna per il Polittico di San Luca, ora alla #PinacotecadiBrera. Per quanto costretto a rispettare le rigide partizioni del polittico tardogotico e il fondo oro, l’artista riesce a dare corpo e volume alle figure, dando vita ad una sacra conversazione assai dinamica.

Originariamente l’opera si trovava nel monastero di Santa Giustina e fu commissionata dall’abate Mauro per la cappella di San Luca, di cui si conservavano le reliquie.

 

AAVV, Andrea Mantegna: rivivere l’antico, costruire il moderno (a cura di Farinelli Vincenzo, Burns Howard, Bandera Sandrina). Venezia, Marsilio, 2019.

Bandera, Sandrina. Il politico di San Luca di Andrea Mantegna in occasione del suo restauro. Cantini, Firenze, 1989.

A.VV., Brera, guida alla pinacoteca, Electa, Milano 2004

Ridolfi, Carlo. Le meraviglie dell’arte ovvero le vite degli illustri pittori Veneti e dello stato. Venezia, 1648.


GIROLAMO ROMANI, DETTO IL ROMANINO

ASPd, Miscellanea, Autografi, b.2, fasc.2 (già S.Giustina, b.490, H 147, “Fabbrica I”)

IL ROMANINO: UN MAESTRO DEL RINASCIMENTO

30 aprile 1513, contratto con sottoscrizione autografa di Girolamo da Romano, detto il Romanino (1485 ca. – 1562), nel quale il pittore si impegna a fare per il monastero di S. Giustina una pala d’altare raffigurante la Madonna col Bambino e Santi e un “Cenacolo”, destinato al refettorio. Entrambe le opere sono ora al Museo civico di Padova; il colossale dipinto di isipirazione tizianesca raffigurante la Madonna con i Santi, noto come “pala del Romanino”, fu per decenni nella pinacoteca del Museo l’”attrazione” principale, che dominava, con suoi 6,72 metri di altezza, la sala maggiore del Cinquecento. Il contratto include la dettagliata descrizione dell’opera e dei tondi inseriti nella cornice originale, tutt’ora esistente. Nella seconda fotografia: rappresentazione della pala nella cartolina ufficiale commemorativa della celebrazione del I° centenario del Museo civico di Padova, 1925.

A. Moschetti, Il Museo civico di Padova, Padova 1903, p. 73, 100; G. Panazza (a cura di), Mostra di Girolamo Romanino, Brescia 1965, p. 37; I Musei civici di Padova. Guida, Venezia 1998, p. 69-71.


ARRIGO BOITO  

ASPd, Miscellanea, Autografi, b.2, fasc.11 (già in Teatro Verdi, b.63)

IL MEFISTOFELE DI ARRIGO BOITO

Arrigo Boito risponde al direttore del teatro,  declinando le proprie scuse per non poter assistere alla messa in scena del“Mefistofele”.

 

(Trascrizione)

Alla spettabile Presidenza del Teatro Verdi
Milano, 7 maggio (1885)
Ebbi già il piacere di presentare alla mia Città natale l’opera mia alcuni anni or sono e dell’accoglienza ricevuta conservo cara memoria. Ora non potrei senza parere indiscreto ritentare la benevolenza dei miei concittadini.Ringrazio la ragguardevole Presidenza del Teatro Verdi per l’invito cortese, ma non assisterò alla rappresentazione del #Mefistofele . Pure, se non sarò quest’estate troppo lontano, assisterò ad una prova d’orchestra per ammirare gli eletti artisti che canteranno quest’anno alla Fiera del Santo.
Perfetta riconoscenza ed osservanza.
Arrigo Boito

Morelli. Giovanni (a cura di), Arrigo Boito, Firenze, Olschki, 1994. Del Nero, Domenico. Arrigo Boito. Un artista europeo, Firenze, Le Lettere, 1995.

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