Il paesaggio padovano ottocentesco nei documenti dell’Archivio di Stato di Padova. La città e il suo territorio prima dell’Unità (1815-1866)

Nell’occasione della Giornata nazionale del paesaggio (14 marzo 2021), l’Archivio di Stato di Padova propone in mostra virtuale nel proprio sito Web una selezione di immagini e di cartografia storica sul paesaggio padovano della prima metà dell’Ottocento

La documentazione scelta consente di valorizzare le fonti cartografiche e iconografiche dell’Istituto, destando l’interesse del pubblico in relazione alle trasformazioni dell’ambiente urbano e rurale grazie alla speciale capacità evocativa delle rappresentazioni: alle vedute dei luoghi, tratte da guide pubblicazioni statistiche dell’epoca, si affiancano le mappe catastali coeve, nelle quali si leggono, registrati in modo estremamente analitico, il tracciato del reticolo stradale, la presenza di corsi d’acqua e manufatti idraulici,  la compenetrazione tra gli abitati e la campagna circostante.

La provincia di Padova, anteriormente al 1853, aveva una estensione di miglia quadrate geografiche 624,84 e una popolazione di 289.073 abitanti (1837), e comprendeva i distretti di Noale e di Mirano, poi passati alla provincia di Venezia, contro l’acquisizione di Cittadella, precedentemente parte della provincia di Vicenza.

L’iniziativa ripropone il contenuto dei post sul territorio padovano in corso di pubblicazione nella pagina Facebook ufficiale dell’Archivio di Stato di Padova: per ciascun distretto, viene presentata la cartografia del Catasto austriaco (1835 ca.) del capoluogo distrettuale e una o più immagini dell’abitato e di altri luoghi notevoli del territorio, corredate di testi descrittivi tratti da pubblicazioni della prima metà del XIX secolo.

Si ringrazia la Biblioteca statale del monumento nazionale di Praglia per il prestito dell’opera A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862.

 

 

Il distretto di Padova

«Padova, a traverso di cui serpeggia un ramo della Brenta, ebbe antiche mura e un castello già abitazione degli Ezzelini. I Carraresi ristabilirono quelle e questo, ridotto presentemente ad uso migliore come diremo più avanti, e fecero lastricare le strade della città. I Veneziani poi la fortificarono, restaurando le mura e aggiungendo di versi bastioni sui disegni del Sanmicheli. La città ha sette porte di cui seguono i nomi: Santa Croce, Pontecorbo, Codalonga, Savonarola, Portello, S. Giovanni e Saracinesca».

«Le due parti della città separate dal ramo della Brenta, comunicano fra di loro per vari ponti così di antica come di moderna costruzione; ai quali modernamente fu aggiunto un altro sospeso con fili di ferro. Le strade sono quasi tutte fiancheggiate da portici, i quali si direbbero destinati più a comodo che ad ornamento. L’architettura delle case è piuttosto uniforme; una parte di esse è dipinta al di fuori: sono degni di osservazione i pubblici edifizi».

«Fra le piazze primeggia la vastissima che dicono Prato della Valle, in mezzo a cui un canale forma un’isola elittica [sic] che ha 528 piedi nel suo diametro maggiore e 320 nel minore: nelle quattro estremità dei diametri, altrettanti ponti vi danno l’accesso: ciascuno dei due parapetti, fronteggianti le sponde del canale, è corredato di un ordine di sedili interrotto da piedistalli che sorreggono nell’esterno 38 statue e 36 nel l’interno».

«Voglionsi enumerar di presente gli edifizj di ragion pubblica; e sia primo il Palazzo della Ragione. […] La vastità della gran sala di questo palazzo può gareggiare soltanto con la sala del Palazzo Vecchio di Firenze, giacché la lunghezza è di metri 81,52 e la larghezza di 27,16; l’altezza, dal pavimento all’impostatura degli archi, ha metri 12. 15: da questa al sommo vertice, i 4,93; e tutta l’altezza esterna, 35,38. La pianta dell’edifizio ha forma romboidale»

«L’uso a cui è destinato il Caffè Pedrocchi sembra costituirlo come anello fra i pubblici e i privati edifizj; comincieremo quindi l’ultima parte della nostra descrizione col dare un cenno fugace su questo Caffè, sinora il più magnifico che si conosca in Europa. […] Anche questo edifizio è argomento di giusto encomio all’Japelli che ne fu l’architetto, siccome al proprietario che non mostrossi restio a secondarne i grandiosi concepimenti».

«Nel Distretto di cui Padova è particolar capoluogo ha grande e antica rinomanza Abano, per le altrove accennate salutari sorgenti di acque minerali: la principale di queste chiamasi Fonte d’Abano, le altre minori hanno diversi nomi. Limena è patria di quel Pietro Cozzo, che vedemmo aver dato il disegno del Palazzo della Ragione. Amenissimo luogo è Noventa, sulla riva destra della Brenta, sparso all’intorno di deliziose villeggiature, tra le quali tiene principal luogo quella dei Giovannelli di Venezia».

Nelle immagini: quadro d’unione della cartografia catastale di Padova, Catasto austriaco, Modello per l’unione dei fogli rettangoli; Padova, panorama fuori le mura presso S. Giustina (Guida di Padova e della sua provincia, Padova 1842, a fronte di p. 235); Padova, il Caffè Pedrocchi (Guida di Padova e della sua provincia, Padova 1842, a fronte di p. 262); Padova, Porta Portello (Guida di Padova e della sua provincia, Padova 1842, a fronte di p. 305); Padova, i giardini Treves (Guida di Padova e della sua provincia, Padova 1842, a fronte di p. 274); I bagni di Abano (Guida di Padova e della sua provincia, Padova 1842, a fronte di p. 492); Noventa padovana, A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol. II, a fronte di p. 156.

                      

         

Per approfondire:

Guida di Padova e della sua provincia, Padova 1842; Almanacco per le provincie soggette all’Imperiale Regio Governo di Venezia per l’anno 1843, Venezia [1843], alla voce “Padova” nelle diverse sezioni tematiche; A. Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia delle sue isole […], Firenze 1844, vol. VI, p. 358-370; A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol. II, p. 9 e segg.

 

Il distretto di Battaglia

«L’omonimo capoluogo distrettuale, situato in riva al canale di Monselice, è un ragguardevole borgo assai frequentato, fornito di comodi edifizi e di amene passeggiate che molto aggiungono alla bellezza della sua località; trae considerabile vantaggio dall’anzidetto canale, che dà movimento a non pochi mulini e serve alla navigazione interna nei villaggi limitrofi: è altresì rinomato per le salutifere sue acque termali, che vi attirano gran numero di persone. Arquà risveglia col solo suo nome la rimembranza del l’illustre cantore di Laura, il quale visse in quel luogo per quasi dieci anni ed ivi terminò i giorni suoi […] Sulle strade di Arquà incontrasi la magnifica villa detta il Catajo, lasciata dall’ultimo marchese Obizzi al Duca di Modena. I due villaggi denominati Carrara S. Giorgio e Carrara S. Stefano ricordano i Carraresi che li fabbricarono o li ricostruirono nel secolo XIII […]»; la fiera di battaglia si teneva il 24, 25, 26 agosto, mentre, come recita l’Almanacco per le provincie soggette all’Imperiale Regio Governo di Venezia, «il venerdi, e nel terzo sabbato d’ogni mese havvi mercato franco».

Nelle immagini: cartografia del paese di Battaglia Terme, Catasto austriaco, fogli VIII, IX, XI, XII; veduta del centro di Battaglia Terme, A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol.III, tavola a fronte della p. 108; Valsanzibio – Villa Barbarigo, A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol. III, tavola a fronte della p. 192.

Per approfondire:

Almanacco per le provincie soggette all’Imperiale Regio Governo di Venezia per l’anno 1843, Venezia [1843], alla voce “Padova” nelle diverse sezioni tematiche; A. Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia delle sue isole […], Firenze 1844, vol. VI, p. 372; A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol.III, p. 108-115.

 

Il distretto di Camposampiero

«Chi muove […] a Loreggia […] traversa Camposampiero, terra a dieci miglia da Padova, che si presenta con a bastanza allegro prospetto per le acque che ne fiancheggiano d’una e d’altra parte la strada».

«Analoga alla situazione di Mirano è quella di Camposampiero, borgo che primeggia in questo Distretto, e che giace sui confini del Trivigiano tra il Musone ed il Piovego, in capo a un canale cui dà il suo nome e che va a scaricarsi nel Brenta. Era altre volte luogo fortificato di mura con torri e fosse; ivi trasse l’origine la potente famiglia de’ Camposampieri, nota per le contese sostenute coi signori da Romano e segnatamente con l’ultimo degli Ezzelini».

La fiera del paese cadeva il 15 novembre, durando tre giorni; il mercato, secondo l’Almanacco per le provincie soggette all’Imperiale Regio Governo di Venezia, aveva luogo «gli 8 settembre, e dura[va] tre giorni».

Nelle immagini: cartografia del paese di Camposampiero, Catasto austriaco, fogli XI, XII, XVII, XVIII; veduta del centro di Camposampiero, A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol. II, a fronte della p. 208

Per approfondire:

Guida di Padova e della sua provincia, Padova 1842, p. 425, 542; Almanacco per le provincie soggette all’Imperiale Regio Governo di Venezia per l’anno 1843, Venezia [1843], alla voce “Padova” nelle diverse sezioni tematiche; A. Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia delle sue isole […], Firenze 1844, vol. VI, p. 371; A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol. II, p. 205-216.

 

Il distretto di Cittadella

«Piccola città veramente, secondo il suono del nome, piuttosto che borgo è da dirsi questo capoluogo, popolato da quasi 7.000 individui e cinto da mura turrite. I Padovani fondarono Cittadella nel 1220 per opposizione a Castelfranco, terra dei Trivigiani, con i quali erano in guerra. È fama che l’esecrato Ezzelino tenesse in quella terra le orride prigioni, dove con ricercati tormenti faceva perire i nemici suoi. Donata dai Veneziani al loro capitano Roberto Sanseverino, fu poi dai medesimi data a Pandolfo Malatesta in cambio di Rimini che quegli aveva ceduta alla Repubblica. La situazione di Cittadella sopra un rialto che domina una pianura deliziosa, le diede anche il nome di Belvedere».

«Le terre di questo distretto, irrigate e per solerzia feconde, abbondano di grano e di gelsi […]; bella fiera sul finire di ottobre e segnatamente il mercato, che si rinnova ciascun lunedì, vi attira ricche somme per la ingente copia de’ bovi che vi si spacciano, a provedere le mense di quasi tutti i paesi veneziani».

Nelle immagini: cartografia del paese di Cittadella, Catasto austriaco, fogli XXI; veduta della porta Bassano a Cittadella, A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol. II, tavola a fronte della p. 108

Per approfondire:

Guida di Padova e della sua provincia, Padova 1842, p. 545; Almanacco per le provincie soggette all’Imperiale Regio Governo di Venezia per l’anno 1843, Venezia [1842?], alla voce “Padova” nelle diverse sezioni tematiche; A. Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia delle sue isole […], Firenze 1844, vol. VI, p. 275.

 

Il distretto di Conselve

«A dodici miglia da Padova per chi esce di porta S. Croce e prende al bivio di Bassanello la strada sinistra, sta Conselve, che secondo alcuni prese il nome da una selva, la quale faceva capo a questa terra e stendendosi oltre l’Adige toccava il Po […]».

«Risalgono fino al 1014 le memorie di Conselve, borgo principale dell’omonimo distretto: anticamente fu residenza dei vicari imperiali; provò nei tempi torbidi i danni di molte incursioni; poscia gravi sciagure lo travagliarono sotto il ferreo scettro degli Ezzelini. Ha cinque chiese, e fra queste molto vasta e di belle forme è la matrice che porta il titolo di arcipretale».

«Capoluogo d’un distretto, Conselve ha Commissariato e Pretura di seconda classe. Novera 4.000 abitanti ed ha suolo feracissimo, così pei cereali come per le viti, che in qualche Comune allignano di guisa da somministrare il miglior vino della provincia. È da desiderare che nelle terre di Conselve e del distretto meglio profittando della faracità si coltivino i gelsi con più amore che non si è fatto fin qui. Altre volte vi aveano grido le lane, ora scadute dalla prima loro rinomanza. Una fiera di tre giorni che vi si tiene in agosto si vantaggia forse sovra tutte le altre del territorio per la copia e per la sceltezza de’ buoi».

Nelle immagini: cartografia del paese di Conselve, Catasto austriaco, fogli XVII-XVIII; veduta della piazza di Conselve, A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol. III, tavola a fronte della p. 215

Per approfondire:

Guida di Padova e della sua provincia, Padova 1842, p. 525; Almanacco per le provincie soggette all’Imperiale Regio Governo di Venezia per l’anno 1843, Venezia [1842?], alla voce “Padova” nelle diverse sezioni tematiche; A. Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia delle sue isole […], Firenze 1844, vol. VI, p. 376.

 

Distretto di Este

«Splendida vive tuttora la rinomanza di Este, capoluogo di questo distretto. Anticamente fu città vescovile con quattro miglia di giro, assai forte e cospicua; alcuno la suppose colonia greca in origine, ascritta in appresso alla tribù Romilia […]

Este fu sorpresa, smantellata ed arsa nel 1250 da Ezzelino da Romano; in oggi è assai ben fabbricata alle falde de monti Euganei, in deliziosa località fiancheggiata da ridenti colline coperte di palazzi e di chiese; l’attraversa un canale navigabile, derivante dal Bacchiglione e dal Frassine, che costeggia la strada di colà fino a Padova. Le fanno ornamento un bel palazzo, due piazze, diverse chiese fra le quali l’arcipretale bene architettata in figura ellittica, l’edifizio dell’ospedale e un’ampia caserma; il suo teatro rimase incendiato circa dieci anni fa [1834]».

«Giocondata dai prossimi colli, sotto un cielo bellissimo, bagnata da un canale, Este a dì per dì vede prosperare di crescente vegetazione il suo territorio così montano come di pianura: in quello le viti e gli olivi fanno a gara nel retribuire alle diligenze degl’industri posseditori; in questo oltre a’ cereali, alla canapa ed alla verzura, i gelsi preparano largo alimento all’uopo di molte bigattiere; e la risaia del co. Mocenigo merita d’esser veduta non solo per la sua fecondità, ma insieme per le belle fabbriche rurali e per le macchine che ne ricettano e ne compiono il prodotto all’uopo del traffico.

Ad ogni sabato si rinova [sic] in Este il mercato ricchissimo di biade e norma ai prezzi degli altri finitimi. Dei quattro, i due sabati alterni di ciascun mese vi chiamano gran copia di buoi e d’altri animali: una fiera annua di cinque giorni nella seconda metà di settembre vi attira di molta gente».

Nelle immagini: Cartografia del paese di Este, Catasto austriaco, fogli XI, XII, XVI, XVII; la rocca dei Carraresi a Este, A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol. III, tavola a fronte della p. 18

Per approfondire:

Guida di Padova e della sua provincia, Padova 1842, p. 426, 514 e segg.; Almanacco per le provincie soggette all’Imperiale Regio Governo di Venezia per l’anno 1843, Venezia [1842?], alla voce “Padova” nelle diverse sezioni tematiche; A. Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia delle sue isole […], Firenze 1844, vol. VI, p. 374-375.

 

Il Distretto di Monselice

«Monselice dà il suo nome così al distretto di cui è capoluogo, come al canale navigabile presso cui sorge. Il borgo è cinto di mura merlate, e sopra uno dei colli da cui è attorniato vedonsi gli avanzi del castello detto Rocca di Monselice, che ai tempi di Paolo Diacono era reputato quasi inespugnabile».

«Nel monte sul quale stanno i rimasugli delle antiche fortificazioni è una fra le molte lapidicine che sono in grembo dei colli Euganei. La pietra che se ne cava si chiama dagli scienziati trachite e dal volgo masegna. Di questa pietra, quella di preferenza si lavora e s’impiega alle costrutture, la quale abbonda di feldspato vetroso, perché più trattabile allo scalpello e non affatto priva di lucentezza».

«Le molte vipere che produce il territorio di Monselice cambiano la venefica loro natura in salutifera nelle mani dei veneti farmacisti, i quali adoperano quei rettili nella confezione della teriaca. Monselice è luogo di molto passaggio: contiene tre chiese parrocchiali; gode amena situazione, aria purissima e suolo produttore di frutta eccellenti».

Nelle immagini: Cartografia del paese di Monselice, Catasto austriaco, foglio XIX; veduta del centro di Monselice, A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol. III, tavola a fronte della p. 126

Per approfondire:

Guida di Padova e della sua provincia, Padova 1842, p. 471-476; Almanacco per le provincie soggette all’Imperiale Regio Governo di Venezia per l’anno 1843, Venezia [1842?], alla voce “Padova” nelle diverse sezioni tematiche; A. Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia delle sue isole […], Firenze 1844, vol. VI, p. 375-376.

 

Il Distretto di Montagnana

«Chi vede la numerosa e industre popolazione di Montagnana, Comune da cui dipende il Distretto omonimo, e le merlate sue mura guarnite di torri angolari e di fossa, piuttosto che borgo lo chiamerebbe città. Siede in amena e fertile situazione presso il canale detto Fiumicello, che unitosi al Frassine scarica parte delle sue acque nelle lagune venete e parte nel lago di Vighizzolo. Il Duomo, ch’è la principale sua chiesa, possiede una rinomata pittura di Paolo Veronese e altre di patrj pennelli. Oltre gli stabilimenti di educazione e di beneficenza notati altrove […], ha un elegante teatro e un bell’orto botanico, il quale sebbene appartenga ad un cittadino privato, aggiunge pure decoro al paese».

«Il prodotto agricolo principale del territorio di Montagnana è la canapa, il cui smercio maggiore si fa nel trivigiano ed all’arsenale di Venezia; anche il frumento vi si coltiva con largo vantaggio e lo si manda segnatamente in Lombardia ed in Tirolo. I gelsi vi fanno prova e sempre meglio risponderanno alle cure più diligenti con cui se ne carezza la vegetazione; è nel veronese che si vendono i bozzoli. Ad ogni giovedì si rinova [sic] un fiorito mercato che per la maggior accorrenza della gente prende il nome di fiera il giovedì primo di ciascun mese; siccome pure hanno grido le due fiere, l’una all’ottavo giorno dopo l’Ascensione, l’altra il dì ultimo di novembre».

Nelle immagini: Cartografia del paese di Montagnana, Catasto austriaco, fogli XXXVI; Porta Legnago a Montagnana, Andrea Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova, Prosperini, 1862, vol. Biblioteca ASPD, vol.II, a fronte della p. 300

Per approfondire:

Guida di Padova e della sua provincia, Padova 1842, p. 426, 522-524; Almanacco per le provincie soggette all’Imperiale Regio Governo di Venezia per l’anno 1843, Venezia [1843], alla voce “Padova” nelle diverse sezioni tematiche; A. Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia delle sue isole […], Firenze 1844, vol. VI, p. 373-374; A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol. II, p. 288 e segg.

 

Il Distretto di Piazzola sul Brenta

«Discosto sette miglia da Cittadella verso il sud-ovest è Piazzola: questa terra aveva un castello che apparteneva ad una delle nostre famiglie chiamata Belludi, e che espugnato dalla repubblica padovana per punire il ribelle Zambonetto Belludi, ora non presenta né pure le sue rovine».

«Quando Maria figliuola a Nicolò da Carrara s’impalmò al gentiluomo veneziano Francesco Contarini, recò in dote al marito il paese di Piazzola insieme con altre terre. Marco Contarini procuratore di S. Marco sul cadere del secolo decimosettimo v’inalzò le fabbriche che ancora vi si veggono».

«Una gora tratta dal Brenta traversa il paese e vi muove un mulino, una sega ed una ferriera con largo profitto di quegl’industri che vi lavorano: hannovi pure filatoi di seta e fabbriche di stoffe in lana. Il suolo risponde rimessamente alle cure del colono, per altro le viti vi allignano prosperosamente: anche i gelsi vi si coltivano con diligenza. Piazzola, con 3.000 abitanti, è capoluogo di un distretto ed ha commissariato e Pretura. Nel secolo decimosettimo ebbevi tipografia».

Nelle immagini: Cartografia del paese di Piazzola sul Brenta, Catasto austriaco, foglio IX.

Per approfondire:

Guida di Padova e della sua provincia, Padova 1842, p. 547-549; Almanacco per le provincie soggette all’Imperiale Regio Governo di Venezia per l’anno 1843, Venezia [1843], alla voce “Padova” nelle diverse sezioni tematiche; A. Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia delle sue isole […], Firenze 1844, vol. VI, p. 371, 376; A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol. II, p. 118-121.

 

Il Distretto di Piove di Sacco

«Il Comune di Piove conta 6.500 abitanti, un Imperial Regio Commissariato distrettuale, una Pretura di Seconda Classe e una Deputazione comunale con ufficio proprio. Vi si ammira il palazzo comunale, eretto l’anno 1821 sulle rovine dell’antico palazzo della Ragione. Lo architettò il Japelli, adornandolo di un atrio ed aprendovi ricetto a tutte le magistrature politiche e civili».

«Dopo il distretto di Conselve il suolo migliore, non troppo tenace per soverchia quantità d’argilla, né troppo sciolto per molta sabbia silicea o calcaria, è quello di Piove, il quale si presta convenientemente ad ogni genere di coltivazione sì di grani che di foraggi. […] Que’ campi però che quando la stagione vada propizia possono ricevere l’aratro, danno abbondantissimo raccolto di grano turco o sia della zea maiz».

«I cereali sono il prodotto principale dell’agricoltura sul tenere di Piove, e solo da qualche anno si pone molta diligenza alla prosperità dei gelsi. […] Per lo passato Piove era in voce per la fabbricazione dei tessuti in lino e cotone, ma quella industria è scaduta. Adesso il paese è giovato dal lavorio e dal traffico delle stuoie che vi si vendono a molta distanza sì nel Regno come fuori per mare, e vi attira non poco denaro il mercato che vi si fa del pesce non solo colle città dello Stato veneto ma insieme colle lombarde».

«Noteremo Polverara coi suoi appodiati, come luoghi molto conosciuti in quelle parti per la razza delle bellissime e grosse galline che volgarmente si chiamano padovane»

Nelle immagini: Cartografia del paese di Piove di Sacco, Catasto austriaco, foglio XXVIII; Avanzo del castello di Piove di Sacco, A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol. III, tavola a fronte della p. 325

Per approfondire:

Guida di Padova e della sua provincia, Padova 1842, p. 424, 425, 531; Almanacco per le provincie soggette all’Imperiale Regio Governo di Venezia per l’anno 1843, Venezia [1843], alla voce “Padova” nelle diverse sezioni tematiche; A. Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia delle sue isole […], Firenze 1844, vol. VI, p. 376, 377; A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol. III, p. 273 e segg.

 

Il Distretto di Teolo

«Vuolsi trarne la etimologia da titulus perché quivi risiedeva un magistrato con titolo al governo dei monti Euganei. La poca venustà interna del paese viene compensata dal sito aprico, dalla vegetazione rigogliosa e dalle allegre vedute».

«Teolo conta abitanti 1.600, è sede di un commissario e di un pretore, è centro opportuno alle peregrinazioni del geologo e del botanico. Se poi la capitale dei nostri colli non può godere pacificamente il vanto di essere patria di Tito Livio, le rimane indubitato quello di avere dato i natali ai celebri giureconsulti Paolo e Vierio, ed in tempo a noi più vicino al prof. ab. Felice Dianin».

«In uno scavo fatto presso alla chiesa di Teolo si rinvenne una colonna […] la quale è un altro de’ termini che separavano in antico il territorio padovano dall’estense. Codesta iscrizione si vede ora a Padova fra le lapidi raccolte nella sala della Ragione ed illustrate recentemente dal chiarissimo archeologo ab. prof. Giuseppe Furlanetto».

Nelle immagini: Cartografia del paese di Teolo, Catasto austriaco, foglio XIV; Veduta del centro di Teolo, A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol. II, tavola a fronte della p. 63; Vetta del Venda, A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol. II, tavola a fronte della p. 76

 

Per approfondire:

Guida di Padova e della sua provincia, Padova 1842, p. 485, 486; Almanacco per le provincie soggette all’Imperiale Regio Governo di Venezia per l’anno 1843, Venezia [1843], alla voce “Padova” nelle diverse sezioni tematiche; A. Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia delle sue isole […], Firenze 1844, vol. VI, p. 372; A. Gloria, Il territorio padovano illustrato, Padova 1862, vol. II, p. 61-72.