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LE EPIDEMIE DI CHOLERA MORBUS A PADOVA NEI DOCUMENTI D’ARCHIVIO

Il colera (Cholera morbus in latino) è una infezione dell’intestino tenue causata dal batterio Vibrio cholerae, che si manifesta con dissenteria, crampi muscolari e vomito, fino alla completa disidratazione del soggetto colpito; si stima che, tra popolazioni che non abbiano accesso alle cure, la mortalità raggiunga il 50 %. Tra i ceppi del vibrione che causano il colera, alcuni sono in grado di produrre infezioni più gravi di altri; il veicolo di contagio è l’acqua contaminata con feci umane di individui infetti, pertanto la forma di prevenzione principale è la messa a disposizione di fonti di approvvigionamento idrico adeguate, accompagnata da attente misure igieniche di disinfezione.

Endemico di alcune parti del mondo, il colera raggiunse l’Europa dall’India nel XIX secolo, e vi trovò un ambiente favorevole allo sviluppo di pandemie, a causa del peggioramento generale delle condizioni igieniche legate allo sviluppo dei centri urbani e all’incipiente industrializzazione. Nel corso dell’Ottocento si ebbero sette epidemie in Europa, sei delle quali colpirono anche l’Italia.

Bibliografia essenziale

Francesco Argenti, Su’l colera morbus in Padova lettera del dottor Francesco Argenti al dottor Gaetano Strambio, Milano, G. Chiusi, 1855

Francesco Argenti, Il cholera-morbus in Padova negli anni 1854-1855, Padova, A. Sicca, 1856

Giacinto Namias, Storia naturale del colera. Lettura fatta all’Ospedale civile di Venezia, Firenze, Editori della Scienza del Popolo, 1867

Paolo Sorcinelli, Nuove epidemie, antiche paure. Uomini e colera nell’Ottocento, Milano, Franco Angeli, [1986]

Eugenia Tognotti, Il mostro asiatico. Storia del colera in Italia, Roma [etc.], Laterza, 2000

TESTIMONIANZE DALL’ ARCHIVIO DI STATO DI PADOVA


ASPd, Atti Comunali, b.2115:

«Alla spettabile Congregazione municipale di Padova

Consta al sottoscritto che Antonio Schiavon fu Pietro di Volta Barozzo è decesso oggi alle ore 9 antimeridiane presentando sintomi colerici. Si dà parte a questa spettabile autorità, onde usi dei necessari provvedimenti, trattandosi di famiglia straordinariamente miserabile e numerosissima, non esclusa la visita cadaverica per parte dell’Ispettore medico sanitario.

Dalla Parrocchia di Volta Barozzo,

lì 3 giugno 1855, ore 10 antimeridiane

Carlo dottor Bossi»


ASPd, Atti Comunali, b.2115:

«Lorenzo Brombara, capo muratore, offre la propria opera di imbiancatura a tre mani di calce «per le stanze dei cholerosi ed altre malatie contagiose nel circondario esterno di questa R. Città», come già presta il medesimo servizio «per tutto l’interno della Città», 22 agosto 1855.»


ASPd, Atti Comunali, b.2056:

«Padova, il 27 settembre 1854.

La Congregazione municipale della R. Città di Padova

certifica che in questa città e raggio esterno, sino al giorno d’oggi, non si deplora lo sviluppo di alcun caso di cholera morbus. Il presente viene rilasciato, dietro regolare istanza, al nobile conte Andrea Albroghetti [sic], ospite sino dal 23 corrente presso questa nobile famiglia Giovanelli in Ponte di Brenta, che, colla di lui moglie, deve recarsi nello Stato Pontificio.

Il Podestà

Zigno»


ASPd, Atti Comunali, b.2115:

La Congregazione municipale di Brescia chiede all’amministrazione comunale di Padova notizie sullo stato del colera in città, visto il «comune interesse di tenersi reciprocamente informati sullo stato sanitario del paese», 24 maggio 1855. Nella risposta, in data 26 maggio, il Comune e di Padova informa: «Dall’unito prospetto rileverà codesta spettabile Congregazione il progresso del cholera fra noi in quest’anno e l’attuale sua decrescenza, quantunque il caldo si avanzi a gran passi […]».

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