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L’INFLUENZA SPAGNOLA A PADOVA NEI DOCUMENTI D’ARCHIVIO

L’influenza detta “spagnola”, causata dal virus a RNA H1N1, si diffuse in forma pandemica in tutto il mondo tra il 1918 e il 1919. In Italia il virus colpì in tre successive ondate raggiungendo quasi tutto il paese: una prima fase, tra marzo e luglio 1918, fu relativamente “benigna” nel decorso della malattia, ma caratterizzata da un elevatissimo contagio; la seconda ondata si diffuse a partire dal mese di agosto, probabilmente a seguito di una mutazione del virus e fu la più violenta. La terza fase colpì molti paesi tra il febbraio e l’estate del 1919. I primi sintomi del morbo erano quelli influenzali “classici” (febbre, mal di testa), ma le complicazioni polmonari erano la conseguenza più grave e colpivano soprattutto i giovani e gli adulti di un’età compresa tra i 15 e i 45 anni. In Italia si contarono circa 400.000 morti: si ritiene che oltre 200 milioni di persone siano state colpite dalla malattia in tutto il mondo e che il numero dei morti sia stato superiore ai 10 milioni.

Bibliografia essenziale

Laura Spinney, 1918. L’influenza spagnola. La pandemia che cambiò il mondo, Venezia, Marsilio, 2019; Riccardo Chiaberge, 1918. La grande epidemia. Quindici storie della febbre spagnola, Novara,  Utet, 2016; Treccani Medicina, [Roma], Istituto della Enciclopedia italiana, 2010, vol. 2 (J-Z), alla voce “Spagnola, influenza”; Eugenia Tognotti, prefazione di Gilberto Corbellini, La “spagnola” in Italia. Storia dell’influenza che fece temere la fine del mondo, 1918-19, Milano, Franco Angeli, 2002.

Nel Web

Freddy Vinet, Storie virali. L’influenza spagnola, «Treccani Magazine», 31 marzo 2020, URL:   http://www.treccani.it/magazine/atlante/cultura/Storie_Virali_L_influenza_spagnola.html;

Daniele Mont D’Arpizio, Coronavirus e Spagnola: differenze e somiglianze,  «Il Bo Live», 4 marzo 2020, URL: https://ilbolive.unipd.it/index.php/it/news/coronavirus-spagnola-differenze-somiglianze

TESTIMONIANZE DALL’ ARCHIVIO DI STATO DI PADOVA


ASPd, Prefettura, I serie, b.846 provv.

Le disposizioni contro il contagio

Disposizioni ministeriali diramate alle Prefetture del Regno circa le misure da adottare per il contenimento del contagio influenzale, 15 ottobre 1918. Stante il carattere pandemico della malattia, si raccomandava l’isolamento dei soggetti ammalati, di «ridurre al minimo possibile i contatti, sorgenti d’infezione» e di limitare «al minimo necessario le pubbliche riunioni, specie in ambienti chiusi, e sopprimendo quelle che avvenissero in locali igienicamente inidonei».


ASPd, Prefettura, I serie, b.846 provv.

Il trattamento dei malati

Ad Abano Terme, sede del comando supremo dell’Esercito dal novembre 1917 all’agosto 1919 e importante centro ospedaliero militare nelle retrovie, preoccupava in modo particolare il trattamento dei malati di influenza, e specialmente dei «polmonitici». Nell’ottobre del 1918, la Giunta municipale di Abano Terme suggeriva di sostituire al ricovero nelle strutture sanitarie la quarantena nelle abitazioni private, sia per ragioni economiche che per prevenire il forte impatto psicologico sulla popolazione civile della paventata ospedalizzazione di massa.


ASPd, Prefettura, I serie, b.846 provv.:

Le misure di contenimento

Prefettura, Serie I, b. 846, Min. dell’interno, Dir. Gen. della sanità pubblica, Note sull’epidemia di influenza in Italia. Relazione detta dal direttore generale della sanità pubblica dott. Alberto Lutrario nella seduta del Consiglio superiore di sanità del 27 febbraio 1919 e relativa discussione, Roma 1919

Le misure di profilassi per il contenimento del contagio influenzale si basavano sull’isolamento a oltranza dei malati e sulla limitazione dei contatti umani, anche con la chiusura dei locali di pubblico ritrovo e la limitazione dell’attività dei pubblici esercizi e delle funzioni religiose. Le scuole invece rimasero aperte, e anzi ne fu prolungato l’orario: si riteneva infatti che i bambini fossero esposti a minor rischio se raccolti nelle aule scolastiche piuttosto che lasciati liberi e senza sorveglianza, come spesso allora avveniva nelle famiglie dei ceti lavoratori.

 


ASPd, Prefettura, I serie, b. 846 provv.

Dopo la pandemia

Con un bilancio altissimo in termini di decessi e un pesante impatto sulle strutture sanitarie del paese, l’influenza spagnola lasciò un segno difficile da cancellare. Il 2 febbraio 1920 l’ufficiale sanitario di Vighizzolo d’Este chiedeva come comportarsi nel caso di esumazione di un deceduto per influenza e quali misure si dovessero prendere con i nuovi casi di influenza che stavano manifestandosi tra la popolazione. Dal carteggio successivo nel medesimo fascicolo, proveniente da Comuni diversi, si evince che il controllo dei casi di influenza sul totale dei decessi fu praticato almeno fino al mese di giugno 1920.

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